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Siamo tutti Astro-testimoni (da balcone): Omegon Adattatore per smartphone

Cari amici astrofili ed astrofotografi,

questa settimana il nostro Maurizio ci parlerà di uno dei „best-seller“ del  catalogo Omegon: l’adattatore per smartphone.

Buona lettura!

Adattatore OMEGON per Smartphone e IPhone

Supporto Adattatore Omegon

Supporto Adattatore Omegon

Premessa

Sembra ieri quando passavo ore ed ore a leggere libri di astrofotografia oppure cercando interessanti articoli sulle riviste nazionali del settore scritti soprattutto da uno dei più Grandi Esperti Italiani in Astrofotografia, una persona che stimo sopratutto dal lato umano e per il suo spiccato senso dello Humor.  Infatti, quando ne ebbi la possibilità, con infinito piacere, gli donai la mia primissima foto di Marte.

La mia avventura fotografica astronomica (sia nel Deep-sky che in Hi-Res) cominciò autonomamente utilizzando un‘ ottima Reflex a pellicola da 35mm collegata al telescopio SC da 20cm F10 che avevo selezionato insieme a tutto il necessario per poter iniziare. Non fu affatto facile, al solo pensiero di come imponevo a me stesso posizioni artistiche per raggiungere la manopola della declinazionedella montatura per correggere l’inseguimento sorrido anche ora. ( la pulsantiera aveva solo la motorizzazione in ascensione retta – ndr) Tutto questo mantenendo contemporaneamente  l’occhio su un piccolo rifrattore da 60/700 (che ho tutt’ora) con un oculare reticolato illuminato di rosso che dopo 10 minuti tendeva a spariva dalla vista man mano che la cornea si abituava a quel colore. Effettuavo movimenti lentissimi trattenendo il fiato per non indurre vibrazioni che potessero rovinare le pose. Naturalmente accadeva spesso che in fase di sviluppo, nonostante tutte le raccomandazioni del caso, venissero rovinate ugualmente da personale inesperto, dovendo pagare anche le stampe rovinate. Nonostante queste peripezie, qualche piccola soddisfazione riuscii ad averla anche se dopo poco tempo abbandonai la pellicola e l’astrofotografia per dedicarmi alla sola osservazione.

Qualche anno dopo cominciarono ad uscire i primi CCD dedicati, le Reflex Digitali ed infine i telefonini con fotocamera incorporata. Proprio su quest’ultimi si focalizzò il mio interesse tanto da farmi spendere uno sproposito – nei primi anni 2000 – per il primo modello della Nokia con fotocamera. La comodità era impressionante già all’epoca. Le foto potevano essere trasferite con un sensore infrarosso dal telefono al mio Notebook con una risoluzione di 0,3 megapixel a 640×480! Trovavo la cosa geniale e speravo che un domani potesse avere anche un uso astronomico. L’evoluzione di queste fotocamere per telefoni secondo il mio parere è stato più lento del previsto ma finalmente, oggi,  si hanno a disposizione negli Smartphone e IPhone fotocamere minimo da 5 megapixel fino ad arrivare anche a 13 megapixel ed oltre, valori impensabili fino a 10 anni fa dove per avere un valore simile (8 megapixel di risoluzione) era necessario comprare almeno una Reflex digitale.

Foto del primo quarto di Luna con Smartphone e supporto OMEGON

Foto del primo quarto di Luna con Smartphone e supporto OMEGON

Pur concentrandomi sulle osservazioni visuali, ho sempre continuato a fare di tanto in tanto qualche foto ricordo con il metodo afocale. Ho realizzato inoltre qualche filmato dato che questi strumenti permettono di effettuare anche riprese video. Il metodo da spiegare è semplicissimo: si avvicina l’obbiettivo del telefonino all’oculare e si scatta la foto. Semplice si ma non così tanto come sembra, sopratutto se si utilizzano oculari che determinano elevati ingrandimenti, o se l’immagine viene fatta di notte senza l’utilizzo del flash (vedi sotto la relativa „immagine misteriosa“ come un esempio pratico).

Le vibrazioni nelle foto in afocale

L’immagine misteriosa è in realtà una stella che, a differenza delle immagini diurne ed in quelle notturne utilizzando il flash, impiega qualche secondo per imprimere i fotoni nella fotocamera. Quest’ultima infatti, scegliendo autonomamente le ISO necessarie per non sotto/sovraesporre tenderà anche ad aumentare il tempo di posa che, anche se limitato, sarà sufficiente a far vibrare le mani per un breve istante producendo l’effetto visibile nell’immagine sopra. Questo è uno degli effetti indesiderati che si possono ottenere, in alternativa si avranno immagini leggermente sfuocate/mosse che non permetteranno mai di sfruttare a pieno le potenzialità dei nostri dispositivi.

Oltretutto non è semplice mantenere la fotocamera in linea con un oculare a medio/forte ingrandimento, specialmente se si hanno oculari che soffrono dell’effetto di parallasse (detto anche effetto on-off). Basterà pertanto un piccolo spostamento dello smartphone per vedere l’immagine scomparire dallo schermo, anche se si tratta di un’immagine estesa come quella della Luna.

Ed ecco che la OMEGON, venendo incontro alle richieste di molti appassionati,  ha immesso sul mercato uquesto semplice ma allo stesso tempo pratico adattatore per poter utilizzare al meglio il nostro smartphone sui telescopi.

Il supporto Omegon con e senza oculare

Il supporto OMEGON con uno Smartphone da 5 pollici

Il Supporto pesa 167 grammi, è formato da 4 parti in alluminio distinte che unite tra loro tramite delle apposite viti/manopole di serraggio lo rendono modulabile e regolabile. Il suo utilizzo è semplicissimo, quasi immediato anche senza consultare il manuale di istruzioni (in lingua inglese ma pieno di immagini esplicative) presente nella scatola. Ha la possibilità di inserire nel proprio serraggio superiore telefoni di diverse marche e misure. Nella pagina relativa che si trova su www.astroshop. it, oltre la descrizione ed il prezzo di vendita, è presente anche un elenco di telefoni compatibili con le relative esatte misure. Nonostante non fosse in elenco (ho una marca praticamente sconosciuta :D) ho potuto utilizzare il mio telefono senza nessun problema.

Per esempio, una sera nella quale avevo ospiti a cena, mi sono fatto prestare un Ipad con schermo da 4 pollici per mostrare il paesaggio lunare ai presenti direttamente dallo schermo senza dover far chinare tutti verso l’oculare. La comodità di questo sistema per fare divulgazione agli star party e nelle serate pubbliche la trovo eccellente! Si possono effettuare divertenti video ricordo con i commenti dei presenti mentre lo si sta utilizzando.Naturalmente, nulla vieta di utilizzare il supporto omegon anche per realizzare video e foto diurne a scopi naturalistici, utilizzando il vostro telescopio o cannocchiale terrestre.

Anche se il serraggio del telefono (parte sotto con impressa la scritta OMEGON) è dotato lateralmente di fissaggi gommati per non graffiare o far scivolare i telefoni,  consiglio vivamente – almeno le prime volte – di controllare che il telefono sia ottimamente bloccato e che non possa cadere.

Il mio Smartphone con schermo da 5 pollici ed una larghezza di 7cm,  la prima volta non l’ho fissato bene e sono andato vicino a fare un bel danno. La volta successiva, vista l’esperienza, sono stato più attento e non ci sono stati assolutamente problemi di questo tipo. E‘ necessario solo controllare,  spingendo un poco in alto e in basso il telefono che sia bloccato al punto giusto. Una volta accertati dell’effettivo bloccaggio, si può utilizzare l’adattatore in tutta sicurezza ed in tutte le posizioni.

Nel serraggio dove viene posizionato il telefono è possibile posizionare apparecchi con una larghezza da 5cm a 7,5cm. Non ha importanza dove è posizionato l’obbiettivo della fotocamera dato che tramite una ulteriore fenditura sottostante sarà possibile regolare l’altezza giusta per posizionarla sia lateralmente che verticalmente nella posizione ideale per l’oculare utilizzato.

Le tre manopole per il serraggio e la regolazione della corretta posizione rispetto all’oculare

La parte invece che serra l’oculare è un anello flessibile con un diametro massimo di 3,98cm. parlo di diametro massimo perchè l’anello è unito da una vite lunga 3cm con all’estremità una manopola in plastica per il serraggio degli oculari all’anello. Questa caratteristica mi ha „costretto“ ad utilizzarvi solo oculari di tipo e forma standard come i Plossl visibili nelle prime immagini della recensione, infatti quelli con barilotto esterno più largo non entravano nell’anello. Volendo, si può sostituire la vite originale di serraggio dell’anello con una più lunga di almeno mezzo centimetro, potendo quindi utilizzare anche oculari con barilotto esterno più largo. All’interno dell’anello lateralmente vi sono due strisce di velluto per evitare di danneggiare o graffiare gli oculari serrandoli direttamente sul metallo.

Il Supporto OMEGON pronto per l’utilizzo sul telescopio

Una volta serrato l’oculare (con la focale che si desidera utilizzare) e scelta la distanza che dovrà avere la lente della fotocamera da quella dell’oculare per avere un immagine più o meno ampia sullo schermo di ciò che si sta inquadrando (più è distante, più l’immagine si allarga, ma vi è la possibilità di utilizzare anche lo zoom della fotocamera),  basta inserire l’oculare nel telescopio con fotocamera accesa ed è tutto pronto per il primo utilizzo.

Tutto il setup risulta molto leggero, tanto da poterlo utilizzare sul mio 60/700 con un oculare da 4mm a 175x!

Per evitare inutili vibrazioni e risolvere il problema che la mia piccola montatura non ha inseguimento, ho attivato la modalità video del telefono. Con il cercatore ho puntato Marte aspettando che passasse nel campo inquadrato dell’oculare (il risultato è visibile in un’immagine in alto di questa recensione). Utilizzando invece montature di maggior pregio dotate anche di inseguimento in AR o di telefoni con autoscatto temporizzato, si avrà la possibilità di ottenere foto e filmati privi di vibrazioni iniziali. I filmati possono successivamente essere elaborati con appositi software gratuiti scaricabili in rete, ottenendo risultati a mio parere eccellenti in rapporto a questa minima e semplice strumentazione.

In conclusione, penso che  questo supporto sia un accessorio veramente utile, ideato e costruito con ingegno per semplificare la vita dell’astrofilo. Ideale per chi vuole muovere i primi passi nell’avventura dell’astrofotografia estemporanea.

Maurizio R.

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